Home » Infografia » Est-il possible de combiner des injections de Botox et d’acide hyaluronique pour traiter la ride du lion ?
La ruga del leone, situata tra le sopracciglia, è una delle prime a comparire sul viso, spesso già intorno ai trent’anni. Risultato di una contrazione ripetuta dei muscoli glabellari — principalmente il corrugator supercilii e il procerus — conferisce un’aria preoccupata, talvolta severa o stanca. All’inizio è visibile solo quando il viso si anima, durante espressioni come la concentrazione o il fastidio. Ma col tempo può approfondirsi ulteriormente e diventare visibile anche a riposo, formando un solco permanente più o meno marcato.
Il trattamento di questa ruga si basa su due approcci complementari : il rilassamento muscolare tramite tossina botulinica (Botox) e il riempimento del solco con acido ialuronico. La questione della loro associazione in una stessa strategia terapeutica è oggi perfettamente legittima e fa oggetto di numerose validazioni cliniche.
Non solo è possibile, ma spesso consigliato, combinare queste due tecniche — a condizione di rispettare una sequenza logica e un’indicazione precisa. Questo testo propone un’analisi dettagliata di questo approccio combinato nel trattamento della ruga del leone.
La ruga del leone è inizialmente una ruga d’espressione detta dinamica. Si forma a causa delle contrazioni ripetute dei muscoli situati tra le sopracciglia, che solcano la pelle in verticale. Nei primi anni, un’iniezione di tossina botulinica spesso basta a rilassare questi muscoli e a far scomparire la ruga.
Ma col tempo, la ripetizione di questi movimenti finisce per danneggiare la pelle : le fibre di collagene si degradano, l’elasticità diminuisce e si forma una rottura nel derma. Quando la ruga rimane visibile anche dopo un’iniezione correttamente eseguita, significa che la pelle è stata alterata in profondità. A questo punto, il rilassamento muscolare da solo non è più sufficiente.
A questo stadio, l’acido ialuronico diventa essenziale : permette di riempire la ruga, di ripristinare il volume perso e di levigare la superficie cutanea. In altre parole, il Botox agisce sull’origine muscolare del problema, mentre l’acido ialuronico ripara i suoi effetti sulla pelle. La loro azione congiunta non è quindi ridondante, ma complementare, ciascuno intervenendo a un livello diverso per offrire un risultato più naturale ed equilibrato.
Nella stragrande maggioranza dei casi, l’associazione deve rispettare un ordine terapeutico preciso. Il Botox viene iniettato per primo, nei muscoli glabellari, con una dose adattata alla forza muscolare del paziente. Il suo effetto inizia a manifestarsi entro 3-5 giorni, con un risultato completo dopo 2 settimane.
Questo intervallo è indispensabile per valutare l’effetto reale del Botox da solo. Infatti, può accadere che il rilassamento muscolare sia sufficiente ad attenuare significativamente la ruga, rendendo inutile il riempimento. Negli altri casi, se permane una rottura persistente, l’acido ialuronico viene iniettato due settimane dopo l’iniezione di Botox, nel solco cutaneo per riempirlo.
Questo approccio in due tempi permette di evitare una correzione eccessiva, di limitare i volumi iniettati e di garantire un risultato naturale e armonioso.
La glabella è un’area anatomica ad alto rischio, a causa della sua complessa vascolarizzazione. Diverse arterie (in particolare i rami sopratrocleari e sopraorbitali) passano vicino alla ruga del leone, rendendo pericolosa qualsiasi iniezione profonda.
Per questo motivo, l’acido ialuronico utilizzato in questa zona è specificamente scelto per la sua bassa viscosità e la buona integrazione nei tessuti. L’iniezione viene eseguita :
Il volume iniettato resta sempre modesto : in media tra 0,05 ml e 0,3 ml. L’obiettivo non è gonfiare, ma riempire perfettamente la ruga.
La combinazione delle due tecniche permette di ottenere un risultato superiore alla somma dei due interventi presi separatamente. Infatti :
Inoltre, un’associazione ben condotta permette spesso di allungare gli intervalli tra le sedute : i risultati si mantengono generalmente tra gli 8 e i 10 mesi, contro i 4-6 mesi del solo Botox. Questa strategia è particolarmente indicata nei pazienti più maturi o quando la ruga del leone è già ben marcata.
L’associazione Botox–acido ialuronico, sebbene molto efficace, non è né sistematica né priva di rischi. Richiede diverse precauzioni :
In caso di dubbi sulla vascolarizzazione locale, un medico esperto rinuncerà al riempimento e proporrà un approccio conservativo, poiché il rischio principale resta l’ischemia cutanea o, più raramente, un’embolia vascolare.
Nei pazienti giovani, la cui ruga è puramente dinamica, il solo Botox è generalmente sufficiente. Nei pazienti più maturi, o quando la pelle presenta già una rottura profonda, è comune proporre un riempimento complementare con acido ialuronico dopo l’iniezione di Botox.
La decisione di associare le due tecniche si basa sempre su un’analisi personalizzata del viso, che tiene conto non solo della morfologia e della qualità della pelle, ma anche delle aspettative del paziente, della sua tolleranza alle iniezioni e della sua storia clinica. Ogni trattamento deve essere su misura.
Sebbene l’associazione di Botox e acido ialuronico rimanga la soluzione più completa per trattare la ruga del leone, possono essere proposte altre opzioni, sia come complemento sia come alternativa a seconda dei casi. Tra queste figurano in particolare i Skinboosters o il laser ablativo.
Queste tecniche contribuiscono a migliorare la qualità della pelle, a stimolare la produzione di collagene e a rallentare l’evoluzione delle rughe. Tuttavia, non sostituiscono né l’azione del Botox, che agisce sui muscoli responsabili, né quella dell’acido ialuronico, che riempie le rughe già marcate. Il loro ruolo è piuttosto preventivo o di mantenimento, con effetti progressivi e meno spettacolari rispetto a una correzione immediata.
Da un punto di vista tecnico, è possibile iniettare Botox e acido ialuronico durante la stessa seduta, a condizione di rispettare piani di iniezione diversi. Tuttavia, questa pratica è generalmente sconsigliata, in particolare per la glabella.
La ragione è semplice : l’effetto del Botox si manifesta solo diversi giorni dopo l’iniezione. Non è quindi possibile sapere immediatamente quale parte della ruga scomparirà con il rilassamento muscolare. Iniettare un filler troppo presto rischia di provocare una correzione eccessiva, asimmetria o aumentare il rischio di complicazioni vascolari o di diffusione della tossina botulinica.
Distanziare i due trattamenti, lasciando passare circa 3 settimane, non è quindi un vincolo ma una garanzia di sicurezza e precisione. Questo permette di valutare l’effetto reale del Botox e di intervenire solo dove il riempimento è ancora necessario.
Diversi studi pubblicati su riviste di dermatologia e medicina estetica convalidano la superiorità del protocollo combinato rispetto all’utilizzo del solo Botox o dell’acido ialuronico. Una pubblicazione del 2020 sul Journal of Cosmetic Dermatology mostra che nei pazienti con rughe glabellari da moderate a severe, l’associazione dei due prodotti comporta un miglioramento più rapido, più significativo e più duraturo, con una maggiore soddisfazione da parte dei pazienti.
Una meta-analisi pubblicata sull’Aesthetic Surgery Journal mostra che i pazienti trattati con un protocollo che combina Botox e acido ialuronico necessitano, a lungo termine, di meno sedute di riempimento. Questa riduzione si spiega con il rilassamento muscolare indotto dalla tossina botulinica, che diminuisce le sollecitazioni meccaniche sull’acido ialuronico iniettato, ne migliora la stabilità anatomica e rallenta la sua risorbimento.
Inoltre, gli studi indicano che il tasso di complicazioni non aumenta quando la combinazione viene eseguita nel rispetto delle buone pratiche, sia in termini di tempi sia di tecnica. Questi dati confermano così ai medici esperti di considerare questo approccio come un riferimento terapeutico nella gestione delle rughe glabellari profonde.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Romano Valeria
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