Home » Infografia » Perdere peso riduce le pieghe nasolabiali ?
Il solco nasolabiale, questa piega naturale che si estende dal lato del naso all’angolo della bocca, è un’area del viso particolarmente sensibile alle variazioni di volume e alla dinamica dell’invecchiamento. Segno comune di un’alterazione dell’armonia del viso, può approfondirsi precocemente o peggiorare nel tempo. Molti pazienti si interrogano allora sull’impatto del loro peso, o delle sue variazioni, sull’evoluzione di queste pieghe. La domanda ricorre spesso: la perdita di peso può attenuare i solchi nasolabiali o, al contrario, accentuarli ?
La risposta non può essere data in modo semplice. Dipende da numerosi parametri anatomici, funzionali ed estetici che devono essere analizzati. L’equilibrio tra massa grassa, tonicità cutanea e distribuzione dei volumi è complesso, e qualsiasi variazione del peso si riflette sulla struttura complessiva del viso, compresi i solchi nasolabiali.
Il solco nasolabiale non è una ruga nel senso stretto del termine. Si tratta di una piega strutturale che corrisponde alla giunzione tra i compartimenti di grasso della guancia (in particolare il compartimento malare mediale) e la regione periorale. Con l’età, o sotto l’influenza di alcuni fattori morfologici, questa linea diventa più visibile, più profonda o addirittura permanente. La sua profondità è il risultato di diversi meccanismi: perdita di densità cutanea dovuta all’invecchiamento intrinseco ed estrinseco, cedimento progressivo dei tessuti del terzo medio del viso, diminuzione del supporto osseo e del grasso sottocutaneo, contrazione ripetuta di alcuni muscoli del viso.
In questo processo, il grasso gioca un ruolo centrale poiché modella i volumi del viso. Qualsiasi variazione significativa del peso ne altera la distribuzione e influisce visibilmente sul solco nasolabiale.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, dimagrire non rende sempre il viso più giovane. Una perdita di peso significativa, anche quando volontaria e benefica per la salute generale, può avere un effetto invecchiante su alcune aree del viso, in particolare le tempie, le guance, le occhiaie e i solchi nasolabiali.
La perdita di tessuto adiposo avviene in tutto il corpo, e anche i compartimenti di grasso superficiali e profondi del viso sono coinvolti. La loro riduzione porta a una perdita del volume delle guance, all’accentuazione dei rilievi ossei e al cedimento dei tessuti che sostenevano la parte superiore del solco.
Così, la riduzione dei volumi del terzo medio del viso provoca meccanicamente un cedimento verticale che, in assenza di una buona elasticità cutanea, accentua il solco nasolabiale. Il viso appare più scavato, più marcato, e la piega diventa più visibile, soprattutto quando la pelle non si adatta adeguatamente alla perdita di peso.
In alcune situazioni, una perdita di peso moderata può avere un effetto positivo sul solco nasolabiale. Questo fenomeno riguarda soprattutto pazienti giovani, con pelle ancora soda e tonica, il cui viso era inizialmente molto rotondo. La riduzione del grasso delle guance può così ridisegnare i contorni, ridurre la pressione esercitata sul solco e, di conseguenza, attenuarne la visibilità.
Tuttavia, questi casi rimangono eccezionali. Nella maggior parte delle situazioni cliniche, il dimagrimento accentua invece il rilassamento cutaneo, rende più visibili le rughe e fa perdere al viso la morbidezza delle curve, compromettendo l’equilibrio estetico complessivo.
L’età del paziente è un fattore determinante nell’effetto della perdita di peso sul solco nasolabiale. A partire dai 40 anni, la pelle inizia a perdere la sua elasticità naturale. La capacità della pelle di ritirarsi dopo il dimagrimento diminuisce notevolmente. Così, in un paziente di 50 o 60 anni, anche una perdita di peso moderata può comportare un cedimento dei tessuti molli, un aumento delle rughe e un’accentuazione del solco nasolabiale e dei lineamenti della marionetta.
Più del peso in sé, ciò che determina come il solco nasolabiale reagisce al dimagrimento è la qualità della pelle e la capacità del viso di mantenere i volumi. Una pelle giovane, spessa e ben vascolarizzata saprà adattarsi. Al contrario, una pelle matura, sottile o danneggiata dal sole si adatterà meno bene e potrebbe rivelare più rughe di prima della perdita di peso.
Per limitare l’impatto estetico che una perdita di peso può avere sul solco nasolabiale, è consigliabile adottare un approccio graduale, lasciando alla pelle il tempo di adattarsi. Una buona idratazione, sia interna che cutanea, svolge un ruolo essenziale, così come un apporto adeguato di proteine e micronutrienti, indispensabili per la produzione di collagene. Una routine di cura della pelle appropriata, che includa attivi come retinolo, peptidi e antiossidanti, contribuisce inoltre a preservare la qualità della pelle. Infine, in alcuni casi, può essere preso in considerazione un supporto tramite tecnologie delicate, come la radiofrequenza, l’HIFU o la mesoterapia, per mantenere la tonicità cutanea durante tutto il processo di dimagrimento.
Nei casi di perdita di peso significativa, in particolare dopo un intervento di chirurgia bariatrica, le modificazioni del viso possono essere talvolta spettacolari. Il solco nasolabiale può approfondirsi rapidamente. Quando ciò diventa una fonte significativa di disagio, può essere presa in considerazione una correzione estetica mirata.
In questo contesto, può essere intrapresa una correzione estetica. Questa non si limita a riempire direttamente il solco, poiché un tale approccio rischierebbe di appesantire i tratti o di produrre un risultato poco naturale. Il lavoro del medico consiste innanzitutto nel ripristinare i volumi mancanti, in particolare a livello degli zigomi, per poi perfezionare gradualmente il trattamento. Questo approccio globale e coerente consente di ottenere un risultato armonioso, rispettoso della morfologia di ciascun paziente.
Le variazioni di peso ripetute — tipiche delle diete yo-yo — hanno un effetto particolarmente deleterio sulle strutture del viso. Ad ogni fase di dimagrimento, i tessuti si ritirano parzialmente; ad ogni ripresa di peso, il grasso si ridistribuisce talvolta in modo asimmetrico o disorganizzato. Questo fenomeno altera l’architettura del viso, provoca un cedimento cutaneo cronico e riduce la definizione naturale dei volumi. I solchi nasolabiali diventano più visibili, non solo perché la pelle cede, ma perché perde progressivamente la capacità di memoria tissutale. A lungo termine, queste fluttuazioni alterano la dinamica del viso molto più di un sovrappeso stabile, rendendo la correzione delle pieghe più complessa e meno duratura.
Alcuni studi hanno esaminato la relazione tra massa grassa e comparsa dei segni dell’invecchiamento del viso. Un articolo pubblicato su Plastic and Reconstructive Surgery (2015) mostra che i pazienti che hanno perso più del 10% del loro peso iniziale dopo i 45 anni hanno sperimentato un’accentuazione significativa dei solchi nasolabiali, dei solchi delle guance e del rilassamento mandibolare. Lo studio conclude che la perdita di grasso facciale contribuisce, insieme alla perdita di collagene, alla comparsa dei segni del tempo. Un’altra pubblicazione, apparsa su The Journal of the American Academy of Dermatology (2019), sottolinea che i pazienti con volti naturalmente più rotondi mantengono più a lungo un aspetto giovanile. Questi dati confermano che la perdita di peso, sebbene benefica dal punto di vista metabolico, deve essere accompagnata dalla considerazione delle sue ripercussioni estetiche sul viso, in particolare sui solchi nasolabiali.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Romano Valeria
CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO SU