QUAL È LA DIFFERENZA TRA IL JAWLINE CONTOURING CON INIEZIONI DI ACIDO IALURONICO E GLI IMPIANTI MANDIBOLARI ?

Jawline contouring : acido ialuronico

La definizione del terzo inferiore del viso — in particolare della mandibola — rappresenta oggi una preoccupazione estetica importante per molti pazienti. L’obiettivo è spesso lo stesso: ottenere una linea mandibolare più netta, più angolosa o più equilibrata, sia per accentuare i tratti, correggere un’asimmetria o ristabilire l’armonia di un profilo. Per raggiungere questo risultato, esistono due approcci distinti: il jawline contouring mediante iniezione di acido ialuronico e gli impianti mandibolari, che rientrano nella chirurgia. Sebbene entrambe le tecniche perseguano un’intenzione simile, si basano su principi, modalità e risultati fondamentalmente diversi. Ecco le distinzioni essenziali da conoscere per comprenderne la portata rispettiva.

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Iniezioni di acido ialuronico per il jawline contouring senza chirurgia

Il jawline contouring mediante iniezioni si basa sull’uso di acido ialuronico denso, specificamente progettato per il rimodellamento volumetrico profondo. Iniettato in profondità, talvolta a contatto con l’osso, permette di ricreare gli angoli mandibolari, rafforzare la linea mandibolare o migliorare la proiezione del mento se necessario. Questo approccio è non invasivo, eseguito in ambulatorio, senza anestesia generale né cicatrici. Non richiede né ricovero né assenza dal lavoro.
Uno dei principali vantaggi di questa tecnica è la sua flessibilità di adattamento: il medico regola i volumi in base all’anatomia, alle aspettative del paziente, alla simmetria del viso e alla qualità dei tessuti. Il risultato è immediatamente visibile, sebbene migliori nei giorni successivi. Tuttavia, non è permanente: a seconda dei prodotti utilizzati e della fisiologia del paziente, la durata varia tra 10 e 12 mesi.

Impianti mandibolari: una soluzione chirurgica

Gli impianti mandibolari rappresentano un approccio completamente diverso. Si tratta di un intervento chirurgico eseguito da un chirurgo maxillo-facciale o estetico in anestesia generale. L’operazione consiste nel posizionare impianti in silicone o materiale biocompatibile sull’osso mandibolare, generalmente a livello degli angoli o del mento, a seconda delle esigenze. L’obiettivo è ricostruire una struttura ossea più prominente, permanente e definita.
A differenza delle iniezioni, gli impianti offrono un risultato duraturo, senza riassorbimento. Sono talvolta indicati nei casi di retrognazia importante o deficit osseo congenito. Tuttavia, questo approccio comporta incisioni, un decorso post-operatorio più impegnativo (edema, ecchimosi, difficoltà alla masticazione) e rischi chirurgici specifici: infezione, spostamento dell’impianto, asimmetria secondaria, reazione infiammatoria.
La chirurgia è riservata a indicazioni precise, dopo una valutazione completa. Offre un risultato definitivo, ma a prezzo di un intervento più invasivo e di un impegno irreversibile.

Come scegliere tra iniezioni e impianti per rimodellare la mandibola ?

La scelta tra queste due opzioni non dipende solo dalla preferenza del paziente, ma soprattutto dall’indicazione medica, dall’anatomia di partenza e dall’entità della correzione desiderata.
Le iniezioni sono ideali nei seguenti casi :

  • Volontà di un miglioramento da moderato a importante, ma senza ricorrere alla chirurgia.
  • Necessità di un trattamento reversibile, regolabile nel tempo.
  • Pelle tonica, senza rilassamento importante.
  • Profilo globalmente armonioso ma privo di definizione.

Il posizionamento degli impianti è più indicato per pazienti :

  • Con deficit osseo importante (retrognazia marcata, assenza dell’angolo mandibolare).
  • Desiderosi di una correzione strutturale profonda e permanente.
  • Disposti a sottoporsi a un intervento chirurgico e al relativo decorso post-operatorio.

Non si tratta quindi di tecniche concorrenti, ma di risposte diverse a indicazioni diverse. In alcuni casi, un’iniezione ben eseguita può essere sufficiente per ottenere il risultato desiderato. In altri, solo un impianto può correggere realmente lo squilibrio osseo.

Pareri dei pazienti: jawline contouring mediante iniezione vs chirurgia

I pazienti che scelgono le iniezioni esprimono spesso grande soddisfazione, soprattutto grazie alla rapidità dell’intervento, all’assenza di tempi di recupero sociali e alla possibilità di modulare il risultato. Il jawline contouring è una soluzione flessibile, compatibile con aspettative estetiche precise e progressive. Il fatto che il risultato sia reversibile aumenta inoltre il senso di sicurezza.
I pazienti che optano per l’impianto cercano spesso una trasformazione più marcata, talvolta motivata da un complesso di lunga data o da un disagio funzionale. I pareri sono generalmente positivi quando il trattamento è stato correttamente indicato, ma il decorso post-operatorio è più lungo e la ripresa più delicata.
In entrambi i casi, la qualità del risultato dipende principalmente dall’indicazione stabilita dal medico, dalla qualità tecnica dell’intervento e da un dialogo chiaro sulle aspettative e sui limiti di ciascun metodo.

È possibile passare dal jawline contouring mediante iniezione a un impianto?

Sì, ma ciò richiede un approccio graduale, ponderato e sotto supervisione medica. In molti casi, le iniezioni di acido ialuronico rappresentano una prima tappa in un percorso estetico più ampio. Consentono al paziente di visualizzare la proiezione mandibolare, valutarne l’effetto sull’equilibrio del viso e familiarizzare con un cambiamento strutturale prima di considerare, se necessario, un’opzione più invasiva.
Alcune persone utilizzano il jawline contouring come un “test reversibile”, soprattutto quando esitano a ricorrere a un impianto. Questo approccio presenta il vantaggio di permettere un aggiustamento progressivo, con risultati visibili ma temporanei e senza impegno chirurgico immediato. Se il paziente è soddisfatto del volume, della proiezione e del risultato complessivo, può allora decidere, insieme al medico, di passare a una soluzione permanente.
Tuttavia, è importante rispettare un intervallo di tempo tra l’ultima iniezione e un eventuale intervento chirurgico. La presenza di acido ialuronico nei tessuti può interferire con il posizionamento dell’impianto: modifica la percezione dei volumi, può rendere i piani anatomici meno leggibili e, in rari casi, favorire una reazione infiammatoria. Si raccomanda quindi di attendere almeno 6–12 mesi dall’ultima iniezione, a seconda del tipo di prodotto utilizzato e del riassorbimento osservato, prima di valutare un impianto mandibolare.
In sintesi, le iniezioni possono precedere la chirurgia, a condizione che rientrino in un piano terapeutico pianificato, concertato e rispettoso dei tempi biologici.

Quali sono i rischi di ciascun metodo?

Ogni approccio — che si tratti di iniezioni o impianti — comporta rischi specifici, che devono essere chiaramente spiegati ai pazienti.
Le iniezioni di acido ialuronico presentano un profilo di sicurezza elevato se eseguite da un medico esperto. Gli effetti collaterali più comuni sono transitori: edema, arrossamento, sensibilità locale. Più raramente, si possono osservare :

  • Piccole irregolarità sotto la pelle (in particolare in caso di indicazione errata o iniezione superficiale).
  • Asimmetria temporanea se i volumi non sono stati distribuiti in modo perfettamente simmetrico.
  • Complicanza vascolare se il prodotto viene iniettato in un vaso, evento comunque eccezionale se l’iniezione è eseguita da un medico esperto.

Gli impianti mandibolari rappresentano un intervento chirurgico che comporta alcuni rischi. Le principali complicanze descritte sono :

  • Infezione del sito chirurgico, che può richiedere la rimozione dell’impianto.
  • Spostamento dell’impianto, in caso di fissaggio insufficiente o trauma locale.
  • Fibrosi eccessiva, provocando rigidità o fastidio nell’espressione facciale.
  • Asimmetria permanente, talvolta difficile da correggere senza un nuovo intervento.

Inoltre, gli impianti richiedono un’incisione, con una fase di cicatrizzazione più lunga, un disagio funzionale temporaneo (masticazione, eloquio) e un follow-up post-operatorio regolare.

Foto del medico Valeria Romano a Ginevra

Articolo scritto dalla Dott.ssa Romano Valeria

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