Home » Infografia » Quelle est la différence entre le jawline contouring et le lifting du bas du visage ?
La definizione della linea mandibolare mediante iniezione — chiamata jawline contouring — e il lifting cervico-facciale hanno un obiettivo comune : migliorare la definizione del terzo inferiore del viso. Tuttavia, questi due interventi differiscono profondamente per indicazioni, tecniche e risultati che offrono. Di fronte a questa duplice opzione, molti pazienti si chiedono : conviene privilegiare l’acido ialuronico o ricorrere a un gesto chirurgico più invasivo ? Quali benefici ci si può aspettare da ciascun approccio ? Si tratta di tecniche concorrenti o complementari ?
L’obiettivo di questo testo è fornire risposte chiare, esponendo le indicazioni, i meccanismi d’azione e gli effetti osservati di ciascuna soluzione. Perché scegliere tra un jawline contouring e un lifting non significa contrapporre modernità e tradizione : si tratta soprattutto di comprendere le specificità del proprio viso e di determinare la risposta più adatta.
Il jawline contouring consiste nel ridisegnare la linea mandibolare tramite iniezione di acido ialuronico. Si tratta di un atto medico a scopo estetico, eseguito in studio, senza anestesia generale, senza incisione né cicatrice. Il principio si basa sulla definizione della linea mandibolare: le aree trattate sono l’angolo mandibolare, la linea mandibolare e talvolta il mento, a seconda dell’anatomia del paziente e delle sue aspettative.
L’obiettivo del jawline contouring non è sollevare la pelle, ma rinforzare una struttura sottostante. In un paziente giovane, questa tecnica affina i contorni di un viso ancora tonico. In un paziente che presenta i primi segni di cedimento, offre un sostegno mirato dove è necessario.
L’acido ialuronico utilizzato è denso e iniettato in un piano profondo. Il risultato è immediato, modulabile e dura in media tra 10 e 15 mesi. Non modifica la dinamica muscolare del viso, né la qualità cutanea, ma agisce migliorando la definizione della linea mandibolare. Non vi è nessuna convalescenza sociale, gli effetti collaterali sono minimi, e il risultato è completamente reversibile.
Il lifting cervico-facciale, o lifting del basso viso, è un intervento di chirurgia estetica che consiste nel riposizionare i tessuti rilassati del terzo inferiore: pelle, grasso, muscolo platisma, ripristinando la tensione naturale persa con l’età. Si tratta di un atto importante, eseguito in anestesia generale o in neurolettanalgesia, in sala operatoria. Comporta un’incisione — generalmente nascosta intorno all’orecchio e nel cuoio capelluto — e un periodo di recupero da alcuni giorni a diverse settimane.
Il lifting risponde a indicazioni precise: rilassamento marcato della pelle, guance cadenti visibili, pelle rugosa a livello del collo. A differenza del jawline contouring, questo atto rimuove l’eccesso cutaneo, tende i tessuti e ripristina la tensione delle strutture profonde del viso.
Il suo effetto è più globale e più duraturo — spesso intorno ai 10 anni. Questa tecnica agisce non solo sulla definizione mandibolare, ma anche sulla tonicità del collo.
In un paziente giovane, tra i 25 e i 45 anni, la cui pelle rimane soda ma la linea mandibolare manca di definizione, il jawline contouring è di solito sufficiente. Permette di correggere un contorno sfocato, armonizzare il profilo o compensare un deficit della struttura ossea, senza immobilizzazione né ricorrere alla chirurgia.
In un paziente più anziano, quando la pelle ha perso elasticità e il rilassamento cutaneo è marcato, il lifting diventa generalmente la soluzione più efficace. Riposiziona i tessuti cadenti e ristabilisce in modo duraturo l’ovale del viso.
In alcuni casi, le due tecniche si rivelano complementari. Il lifting tende la pelle, ma non restituisce il volume osseo. Una volta completata la guarigione, iniezioni mirate possono perfezionare il risultato. Questa strategia combinata, sempre più frequente, offre una correzione al contempo strutturata e naturale.
Uno dei criteri principali per i pazienti rimane la percezione del risultato. Dopo un lifting, l’ovale del viso è ristretto, il basso viso appare ringiovanito, le guance cadenti sono scomparse e il collo è liftato. Il cambiamento è spesso spettacolare.
Dopo il jawline contouring, il risultato è più sottile. La linea mandibolare è più netta, gli angoli mandibolari meglio definiti e vi è una distinzione più chiara tra il terzo inferiore del viso e il collo.
Si tratta quindi di due approcci estetici molto diversi: uno agisce in profondità su tutti i tessuti, l’altro disegna una linea, con una lieve ritensione. La scelta dipende dal grado di rilassamento, dall’età, dalle aspettative, ma anche dalla volontà o meno di ricorrere alla chirurgia.
È possibile passare da un jawline contouring a un lifting, ma ciò deve essere fatto con discernimento. Il jawline contouring può costituire una soluzione transitoria prima di un lifting, soprattutto nei pazienti più giovani che desiderano posticipare la chirurgia. Permette di preservare una bella definizione della linea mandibolare in attesa che l’intervento diventi realmente necessario.
Al contrario, dopo un lifting, possono essere prese in considerazione iniezioni mirate lungo la linea mandibolare, generalmente dopo un periodo di 6-8 mesi. Esse permettono di rinforzare alcuni punti o correggere lievi asimmetrie.
In entrambi i casi, questi interventi devono inserirsi in un approccio globale, con una visione d’insieme del viso. L’obiettivo è evitare sovraccarichi o trattamenti ridondanti, per mantenere un risultato naturale e coerente.
È comune che i pazienti sperino, tramite iniezioni, di ottenere un risultato equivalente a quello di un lifting chirurgico. Questa aspettativa deve essere chiarita. L’acido ialuronico iniettato nell’angolo mandibolare, lungo la linea della mascella o a livello del mento, permette effettivamente di migliorare la definizione del basso viso. Definisce, tende e valorizza i contorni del terzo inferiore del viso. In un paziente giovane, o la cui pelle è ancora tonica, questo effetto può essere sufficiente a dare l’impressione di ritensione.
Ma è essenziale ricordare che questo effetto è ottico, non meccanico. Le iniezioni non riposizionano i tessuti rilassati. Non correggono le guance cadenti, non agiscono sulle corde platisma del collo e non eliminano l’eccesso cutaneo. Non possono quindi sostituire un lifting, che da solo permette una reale e duratura ritensione delle strutture profonde.
La confusione deriva dal fatto che, in alcuni casi ben selezionati, il jawline contouring offre un miglioramento estetico visibile, vicino a un mini-lifting, ma non appena il rilassamento tissutale è importante, il risultato è meno evidente.
I trattamenti estetici del basso viso, siano essi medici o chirurgici, devono seguire una logica precisa. Quando sono mal indicati o mal eseguiti, il rischio è un risultato inadeguato, sproporzionato o poco armonioso.
Nel jawline contouring, l’errore più frequente è la correzione eccessiva. Iniettare troppo prodotto, o distribuire i volumi in modo errato, può portare a un’area mandibolare troppo angolosa, troppo voluminosa o addirittura maschile in una donna.
Un altro rischio è iniettare in un viso la cui lassità cutanea supera le capacità correttive dell’acido ialuronico: il risultato risulta allora poco definito e minimo.
Per quanto riguarda il lifting, l’errore è spesso tecnico o legato all’indicazione. Un lifting troppo tirato, mal pianificato o eseguito senza rispetto delle proporzioni naturali può alterare l’espressione del viso. Un rilassamento cutaneo moderato trattato con un lifting completo può risultare eccessivo, mentre un trattamento medico sarebbe stato sufficiente.
In entrambi i casi, il giudizio del medico è determinante. L’obiettivo non è scegliere la tecnica più rapida o più duratura, ma quella giusta per il viso in questione, nel momento in cui viene esaminato.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Romano Valeria
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