Home » Infografia » Comment le Botox agit-il sur la transpiration excessive ?
Spesso utilizzato nella medicina estetica del viso, il Botox (o tossina botulinica) è ampiamente riconosciuto per i suoi effetti sulle rughe d’espressione. È anche una delle principali indicazioni terapeutiche in un ambito meno conosciuto : la sudorazione eccessiva, o iperidrosi.
Questa applicazione medica, scientificamente validata e autorizzata dalle autorità sanitarie, ha profondamente trasformato la gestione di questo disturbo. Permette di ridurre in modo significativo la produzione di sudore nelle zone mirate, senza alterare le funzioni fisiologiche generali della termoregolazione.
Ma come agisce precisamente il Botox sulle ghiandole sudoripare ? Qual è la durata del suo effetto ? In quali situazioni utilizzarlo, e a chi è destinato questo trattamento ?
La sudorazione eccessiva, o iperidrosi, è un disturbo frequente, ancora troppo poco diagnosticato. Si manifesta con una sudorazione abbondante, localizzata (ascelle, mani, piedi, viso) o generalizzata, spesso sproporzionata rispetto ai reali bisogni di termoregolazione. Non è legata all’attività fisica né alle alte temperature. Può comparire in qualsiasi momento della giornata, anche a riposo, talvolta già al risveglio.
L’iperidrosi non è collegata all’igiene o all’emotività, ma a un’alterazione del sistema nervoso autonomo, che controlla le ghiandole sudoripare. Nelle forme cosiddette primarie (le più frequenti), questo sistema invia segnali inadeguati, provocando una secrezione eccessiva di sudore in alcune zone, mentre il resto del corpo rimane perfettamente asciutto.
Di fronte a questo disagio, spesso invalidante, esistono diverse soluzioni. Ma nelle forme localizzate, la tossina botulinica si è affermata come uno dei trattamenti più efficaci, meglio tollerati e più sicuri.
Il Botox agisce bloccando il rilascio dell’acetilcolina, un neurotrasmettitore essenziale per la comunicazione tra i nervi e le ghiandole sudoripare. Questo neurotrasmettitore è il segnale che il sistema nervoso invia per avviare la secrezione di sudore.
Iniettando una quantità molto ridotta di tossina botulinica nel derma, vicino alle terminazioni nervose responsabili di questa stimolazione, si interrompe temporaneamente questo segnale. La ghiandola sudoripara smette quindi di produrre sudore nella zona trattata. L’effetto è locale, reversibile, progressivo e molto mirato.
Il Botox non distrugge la ghiandola. Non modifica la sudorazione nelle altre parti del corpo. Blocca semplicemente, in modo transitorio, il meccanismo che attiva la secrezione di sudore nella regione iperstimolata.
La tossina botulinica è particolarmente indicata per le zone in cui la sudorazione è localizzata, simmetrica e fastidiosa nella vita quotidiana. Le indicazioni più frequenti sono :
In tutti i casi, il trattamento si concentra unicamente sulla zona mirata, senza effetti sistemici.
Uno dei dubbi più frequenti espressi dai pazienti prima di un trattamento con Botox contro l’iperidrosi è il timore di quella che viene definita “sudorazione compensatoria”. Molti immaginano che se si impedisce a una zona di sudare — ad esempio le ascelle — il corpo reagisca sudando di più altrove, come sulla schiena, sulle cosce o sul torace. In realtà, questa idea nasce da una confusione comune tra tossina botulinica e chirurgia del sistema nervoso simpatico.
La sudorazione compensatoria è infatti un effetto collaterale ben documentato, ma osservato essenzialmente dopo alcuni interventi chirurgici, come la simpatectomia toracica, che recide i nervi responsabili della sudorazione eccessiva. Questi interventi, radicali, possono talvolta disorganizzare la termoregolazione generale.
Il Botox, invece, agisce in maniera strettamente locale, senza modificare il comando centrale. Non vi è alcuna deviazione del segnale né una sovrastimolazione delle altre ghiandole sudoripare. Il resto del corpo mantiene un funzionamento normale. La termoregolazione globale è garantita da tutte le zone non trattate, il che è ampiamente sufficiente nella grande maggioranza dei casi.
Gli studi clinici lo confermano: l’insorgenza di una sudorazione aumentata in altre aree è estremamente rara dopo trattamento con tossina botulinica e, quando viene riportata, è spesso soggettiva, transitoria o legata a una maggiore attenzione verso le reazioni corporee.
In sintesi, contrariamente a un’idea diffusa, il Botox non crea uno squilibrio globale della sudorazione. Elimina semplicemente un eccesso locale, in modo temporaneo, senza alterare il resto del corpo.
L’iperidrosi può essere trattata con diverse strategie terapeutiche, ma non tutte sono equivalenti in termini di efficacia, tolleranza o accessibilità. Il Botox si è progressivamente affermato come trattamento di scelta, perché offre un eccellente equilibrio tra sicurezza, risultati e qualità della vita.
I trattamenti topici (antitraspiranti a base di sali di alluminio) costituiscono generalmente la prima linea. La loro azione è limitata, spesso insufficiente in caso di iperidrosi da moderata a grave, e talvolta poco tollerata (irritazioni, bruciore, eczema da contatto).
L’ionoforesi, che consiste nel far passare una corrente elettrica debole attraverso acqua e pelle (utilizzata soprattutto per mani e piedi), può funzionare, ma richiede sedute frequenti e prolungate. La sua efficacia varia notevolmente da paziente a paziente.
I trattamenti sistemici, come gli anticolinergici orali, possono ridurre la sudorazione su tutto il corpo, ma i loro effetti collaterali (secchezza delle fauci, disturbi digestivi, sonnolenza) ne limitano l’uso prolungato.
Infine, la chirurgia (simpatectomia), già menzionata, resta una soluzione di ultima istanza, invasiva, irreversibile e associata a rischi più elevati, in particolare la sudorazione compensatoria.
In questo contesto, il Botox appare come un trattamento dall’azione localizzata e dall’efficacia prevedibile. Non cura l’iperidrosi, ma consente di controllarne duramente i sintomi, cambiando radicalmente la vita quotidiana del paziente.
Il termine “Botox” indica comunemente la tossina botulinica di tipo A, utilizzata sia in estetica (per le rughe) sia in medicina (per indicazioni terapeutiche come distonie, emicranie o iperidrosi). Sebbene la molecola sia la stessa, l’approccio clinico, i dosaggi e gli obiettivi differiscono notevolmente.
Nel trattamento delle rughe, il Botox viene iniettato in muscoli specifici per limitarne temporaneamente la contrazione, con un effetto visibile sulle espressioni del viso. L’obiettivo è estetico, l’iniezione è molto localizzata e i dosaggi utilizzati sono bassi.
Nell’iperidrosi, le iniezioni vengono effettuate nel derma, non nei muscoli, e mirano alle terminazioni nervose responsabili della secrezione sudorale. Le dosi necessarie sono più elevate e la superficie trattata molto più ampia (ad esempio tutta l’ascella o l’intero palmo). Non si ricerca alcun effetto muscolare né alcuna modifica del volto.
Inoltre, in medicina funzionale, il trattamento è guidato da parametri oggettivi e funzionali, come il test di Minor, l’intensità del disagio riportato e la mappatura delle zone attive.
È quindi fondamentale sottolineare che il Botox utilizzato per trattare l’iperidrosi non è un intervento estetico, ma un atto medico mirato, rispondente a un’indicazione precisa, con un protocollo specifico e una finalità terapeutica chiara.
All’inizio degli anni 2000, studi clinici solidi hanno permesso di convalidare l’efficacia della tossina botulinica nell’iperidrosi ascellare e, poco dopo, in altre localizzazioni.
A partire dal 2004, l’uso del Botox nell’iperidrosi ha ricevuto l’approvazione ufficiale dalle autorità sanitarie (FDA negli Stati Uniti, poi EMA in Europa) per uso terapeutico. Da allora, decine di studi hanno confermato il suo interesse, in particolare in dermatologia, medicina interna e medicina a scopo estetico.
Un’esperienza di oltre vent’anni ha permesso di stabilire un protocollo rigoroso, sicuro e riproducibile, con un eccellente rapporto beneficio/rischio. Le indicazioni si sono ampliate, le tecniche si sono perfezionate e la soddisfazione dei pazienti è rimasta costante.
Oggi il Botox fa parte integrante dell’arsenale terapeutico legittimo e affidabile per alleviare in modo duraturo i pazienti affetti da iperidrosi localizzata.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Romano Valeria
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