Home » Infografia » Quelles sont les causes principales de l’apparition de la vallée des larmes ?
La "valle delle lacrime" conferisce allo sguardo un aspetto stanco, triste o invecchiato. Questa zona anatomica, chiamata anche solco lacrimale, è particolarmente delicata perché si trova all’incrocio di molteplici strutture muscolari, adipose e ossee. Il suo progressivo deterioramento rappresenta una richiesta frequente, soprattutto a Ginevra, dove pazienti esigenti cercano soluzioni mirate, efficaci e rispettose dell’armonia del viso. Comprendere le cause precise della comparsa della valle delle lacrime è essenziale per proporre trattamenti adeguati e ottenere risultati naturali e duraturi.
Con l’età, la perdita progressiva dei compartimenti adiposi profondi del viso rappresenta una delle principali cause della comparsa della valle delle lacrime. Più nello specifico, il grasso malare — situato a livello degli zigomi — diminuisce e migra, provocando una perdita di sostegno sotto-orbitario. Questa perdita di grasso è spesso accompagnata da ptosi (cedimento) dei tessuti, accentuando il solco tra l’orbita e la guancia. La perdita di volume non si limita ai tessuti superficiali: anche le zone profonde sono interessate, alterando l’architettura complessiva del viso.
L’invecchiamento osseo contribuisce inoltre alla formazione della valle delle lacrime. Studi di imaging 3D hanno dimostrato che l’osso malare (osso dello zigomo) si riassorbe progressivamente con l’età, in particolare nella sua porzione mediale. Questo riassorbimento riduce il sostegno strutturale dei tessuti molli, causando il loro cedimento verso il basso e accentuando i solchi sotto-orbitali. Questo fenomeno, spesso discreto ma progressivo, contribuisce nel tempo a accentuare la percezione di uno sguardo stanco.
La regione infraorbitale è un’area anatomica particolarmente complessa, in cui si sovrappongono diversi strati tessutali con funzioni e caratteristiche distinte: epidermide, derma, muscolo orbicolare, cuscinetti adiposi superficiali e profondi, legamenti di sostegno, oltre all’osso zigomatico e al margine orbitale. Questa organizzazione multistrato, fine e densa, è progettata per consentire sia un’elevata mobilità sia l’espressività dello sguardo.
Con il tempo, i diversi strati tessutali perdono coesione funzionale. La rete di setti fibrosi che ancora il grasso superficiale a quello profondo diventa più lassa, causando migrazione e perdita di volume adiposo. Parallelamente, la pelle si assottiglia, rendendo più visibili le discontinuità anatomiche sottostanti. Questa ristrutturazione micro-anatomica crea una demarcazione netta tra la zona perioculare e la guancia, accentuando l’incavo che costituisce la valle delle lacrime.
Questo processo insidioso e progressivo spiega perché la valle delle lacrime possa comparire a partire dai trent’anni, anche in assenza di patologie o stanchezza. Sottolinea inoltre l’importanza di considerare ogni strato tessutale nell’analisi estetica del terzo medio del viso.
Il muscolo orbicolare dell’occhio, muscolo anulare che circonda la palpebra, svolge un ruolo essenziale nella chiusura palpebrale e nell’espressività dello sguardo. La sua contrazione è costantemente attivata, sia in modo riflesso (ammiccamento) sia volontario (espressioni facciali). In alcuni pazienti, questa attività muscolare è eccessiva.
L’iperattività del muscolo orbicolare esercita una trazione cronica sui tessuti sottostanti. Nel tempo, questa azione meccanica contribuisce all’usura delle inserzioni legamentose e alla compressione del grasso superficiale, favorendone l’atrofia. Il muscolo orbicolare, contraendosi ripetutamente, crea inoltre un effetto “pieghettato” sulla pelle, accentuando l’aspetto del solco lacrimale.
Questo fattore funzionale è tanto più importante in quanto spesso presente fin dalla giovane età, contribuendo alla comparsa precoce della valle delle lacrime nei pazienti giovani. Spiega inoltre perché alcuni pazienti, nonostante una buona qualità della pelle, presentino uno sguardo prematuramente scavato.
Il sistema linfatico svolge un ruolo chiave nell’eliminazione dei rifiuti cellulari e nel mantenimento dell’equilibrio idrico nei tessuti. La zona infraorbitale, tuttavia, si distingue per una rete linfatica poco sviluppata e una vascolarizzazione relativamente lenta. Questa peculiarità anatomica la rende sensibile ai fenomeni di stasi, in particolare in caso di stanchezza, stress o posizione distesa prolungata.
Quando il drenaggio linfatico è insufficiente, può formarsi edema — spesso discreto, ma sufficiente ad accentuare le ombre naturali del contorno occhi. Questa congestione conferisce allo sguardo un aspetto stanco e appesantito, accentuando visivamente l’incavo del solco lacrimale. Pur essendo una causa secondaria, agisce come fattore aggravante, rendendo la valle delle lacrime più evidente, soprattutto al risveglio o nei pazienti soggetti a ritenzione idrica.
La congestione vascolare può anch’essa influenzare la percezione dell’incavo infraorbitale. Una stasi venosa, in particolare nei plessi sottoorbitali, può scurire la zona, evidenziando per contrasto la profondità del solco. Si tratta spesso di un meccanismo transitorio, ma che può diventare cronico se le cause non vengono identificate e corrette.
Gli ormoni svolgono un ruolo cruciale nella rigenerazione tissutale, nella produzione di collagene e nella ritenzione idrica nei tessuti cutanei e sottocutanei. Tra essi, gli estrogeni esercitano un effetto diretto sull’idratazione della pelle, sullo spessore del derma e sulla densità delle fibre di sostegno. Nelle donne, il calo improvviso di estrogeni durante la menopausa provoca un rapido deterioramento del tono cutaneo e della fermezza dei tessuti, anche nella regione infraorbitale.
In generale, l’invecchiamento ormonale — sia legato all’età sia ad alcune patologie endocrine — induce una riduzione della sintesi di acido ialuronico, una perdita di elasticità dermica e una minore vascolarizzazione. Questi elementi riducono la turgidità naturale dei tessuti, rendendo più visibili le strutture sottostanti. Negli uomini, il progressivo declino degli androgeni può anch’esso comportare una diminuzione della densità ossea e muscolare, contribuendo al rilassamento del supporto facciale.
Questo fattore ormonale è spesso sottovalutato, pur rappresentando una causa sistemica importante nell’accelerazione dell’invecchiamento del viso. Deve essere preso in considerazione nell’analisi globale del volto, in particolare nelle donne in premenopausa o nei pazienti con segni di alterazioni endocrine.
L’invecchiamento cutaneo e la comparsa di segni dell’invecchiamento, come la valle delle lacrime, sono fortemente influenzati dall’ambiente di vita. Tra i fattori estrinseci più dannosi figurano l’esposizione cronica ai raggi ultravioletti, all’inquinamento urbano, al tabacco e alla luce blu emessa dagli schermi digitali. Queste aggressioni, spesso silenziose, inducono stress ossidativo cellulare che danneggia progressivamente le fibre di collagene, indebolisce le membrane cellulari e riduce la produzione di elastina.
La pelle del contorno occhi, naturalmente più sottile rispetto al resto del volto, è particolarmente vulnerabile a questi attacchi. Essa subisce un invecchiamento accelerato, che si traduce in una perdita di densità dermica e in un’accentuazione degli incavi, come la valle delle lacrime. Inoltre, l’inquinamento atmosferico è stato identificato come fattore che aggrava la pigmentazione perioculare, aumentando visivamente il contrasto tra l’incavo e le zone adiacenti.
A Ginevra, dove i livelli di inquinamento sono moderati ma reali, questi fattori devono essere considerati nella valutazione estetica, in particolare nei pazienti esposti quotidianamente a un ambiente urbano. La prevenzione di queste aggressioni fa parte integrante di un approccio globale e ragionato all’invecchiamento del contorno occhi.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Romano Valeria
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