Home » Infografia » Qu’est-ce que l’hyperhidrose ?
L’iperidrosi è un disturbo funzionale del sistema sudorale caratterizzato da una produzione eccessiva di sudore, ben al di sopra dei bisogni fisiologici per la termoregolazione. Lungi dall’essere un semplice disagio, questa condizione può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, sia a livello fisico, psicologico che relazionale. Sebbene frequente, è spesso sotto-diagnosticata, ingiustamente banalizzata o confusa con la sudorazione normale legata a stress, calore o sforzo fisico. Comprendere i meccanismi dell’iperidrosi, le sue forme cliniche, le cause potenziali e i trattamenti disponibili aiuta a indirizzare i pazienti verso una gestione adeguata ed efficace.
La sudorazione è un fenomeno naturale essenziale per il mantenimento dell’equilibrio termico del corpo. È garantita da due tipi di ghiandole sudoripare: le ghiandole eccrine, distribuite su tutta la superficie cutanea, che producono un sudore acquoso destinato a dissipare il calore, e le ghiandole apocrine, localizzate principalmente nelle ascelle e nell’inguine, che secernono un sudore più viscoso, spesso associato agli odori corporei.
Nell’iperidrosi, questo meccanismo regolatore si altera, senza motivo apparente o in maniera sproporzionata. Il sistema nervoso simpatico, che controlla la secrezione sudorale tramite l’acetilcolina, diventa iperattivo, stimolando le ghiandole in modo inappropriato. Ne risulta una sudorazione abbondante, talvolta incontrollabile, localizzata o diffusa, che si manifesta indipendentemente dalle condizioni climatiche o dall’attività fisica.
La sudorazione è regolata da un insieme coordinato di organi e circuiti nervosi, con l’ipotalamo che funge da direttore d’orchestra. Questa struttura, situata alla base del cervello, agisce come un vero e proprio termostato interno. Riceve costantemente segnali sulla temperatura corporea e sull’ambiente (calore, emozioni, attività) e adatta di conseguenza la risposta sudorale.
L’ipotalamo invia comandi tramite il sistema nervoso autonomo simpatico, che stimola le ghiandole sudoripare eccrine distribuite nel derma. In risposta all’acetilcolina rilasciata a livello delle terminazioni nervose, queste ghiandole secernono sudore sulla superficie della pelle.
È importante notare che, a differenza della maggior parte delle strutture innervate dal sistema simpatico, le ghiandole sudoripare non vengono attivate dall’adrenalina, ma dall’acetilcolina, un neurotrasmettitore cosiddetto “parasimpatico”. Questa peculiarità neurobiologica spiega in parte le possibilità di trattamenti mirati, in particolare con la tossina botulinica (Botox).
È importante distinguere due principali entità cliniche: iperidrosi primaria e iperidrosi secondaria.
L’iperidrosi primaria, o essenziale, è la più comune. Si manifesta durante l’adolescenza o all’inizio dell’età adulta, senza patologie sottostanti identificabili. È generalmente focale, cioè limitata ad aree specifiche del corpo: palme delle mani, piante dei piedi, ascelle, viso o persino cuoio capelluto. Questa forma è spesso simmetrica, bilaterale e aggravata da stress o emozioni; non si manifesta durante il sonno. Esiste frequentemente una componente ereditaria, suggerendo una predisposizione genetica.
L’iperidrosi secondaria compare più tardivamente, talvolta in modo improvviso. È generalmente generalizzata e deriva da un disturbo medico identificabile: patologie endocrine (ipertiroidismo, diabete, feocromocitoma), malattie infettive croniche (tubercolosi, HIV), sindromi paraneoplastiche (linfoma) o effetti collaterali di farmaci (antidepressivi, ipoglicemizzanti, oppioidi). Questa forma richiede un’indagine eziologica approfondita, poiché il trattamento si basa principalmente sulla correzione della causa sottostante.
Lungi dall’essere trascurabile, l’iperidrosi può diventare socialmente invalidante. Essa influenza le relazioni interpersonali, l’immagine di sé, la vita professionale e, in alcuni casi, provoca un importante ritiro psicologico. I pazienti con iperidrosi possono evitare i contatti fisici, modificare le scelte di abbigliamento, temere presentazioni pubbliche o strette di mano e talvolta sviluppare ansia anticipatoria che peggiora il disturbo.
Oltre all’impatto emotivo, l’iperidrosi comporta fastidi fisici concreti: macerazioni, irritazioni cutanee, infezioni fungine o batteriche, difficoltà di presa, scivolamenti nelle scarpe o alterazioni di trucco e acconciatura. Tuttavia, molti pazienti esitano a parlarne con il medico, per ignoranza dei trattamenti disponibili o per imbarazzo.
La diagnosi dell’iperidrosi si basa principalmente sull’anamnesi e sull’osservazione clinica. Il medico si concentra sul precisare l’esordio, la frequenza, le localizzazioni e il contesto di comparsa della sudorazione eccessiva. Questionari validati, come l’HDSS (Hyperhidrosis Disease Severity Scale), aiutano a valutare il disagio percepito dal paziente.
Nei casi di iperidrosi secondaria, possono essere indicati esami complementari: dosaggi ormonali, accertamenti infettivi, TAC toracica o addominale, a seconda dell’orientamento clinico. Il test di Minor, che utilizza iodio e amido, permette di visualizzare in maniera oggettiva le zone di sudorazione eccessiva, in particolare prima del trattamento con tossina botulinica.
L’iperidrosi colpisce fino al 3 % della popolazione generale, a tutte le età. Tuttavia, meno di un paziente su quattro consulta spontaneamente per questo motivo. La scarsa conoscenza delle opzioni terapeutiche, il carattere intimo del sintomo e la normalizzazione sociale della sudorazione spiegano in parte questo ritardo nella presa in carico.
È essenziale che i medici indaghino sui propri pazienti riguardo la presenza di sudorazione eccessiva, soprattutto quando influisce sulla qualità della vita. I pazienti, a loro volta, devono sapere che esistono oggi soluzioni concrete, sicure ed efficaci, capaci di ripristinare sia il comfort sia la fiducia in sé stessi.
Nella maggior parte dei casi, l’iperidrosi primaria—cioè quella non legata a patologie sottostanti—non scompare spontaneamente nel tempo. Sebbene possa presentare fluttuazioni in determinati periodi della vita (pubertà, stress, cambiamenti ormonali), tende a persistere nell’età adulta e talvolta può peggiorare se non trattata.
Tuttavia, alcuni pazienti possono osservare un miglioramento progressivo con l’età, in particolare intorno ai quarant’anni, quando l’attività del sistema nervoso simpatico diminuisce leggermente. Ciò rimane comunque imprevedibile e non sistematico. Nei casi di iperidrosi secondaria, legata a una causa medica identificabile (ad esempio disturbo tiroideo o effetto di farmaci), il disturbo può risolversi una volta trattata la causa sottostante.
Non è quindi consigliabile attendere la sua scomparsa: una presa in carico precoce migliora nettamente il comfort di vita e previene l’instaurarsi di un impatto psicologico duraturo.
L’iperidrosi primaria presenta una componente ereditaria ben consolidata, sebbene i meccanismi genetici precisi non siano ancora completamente chiariti. Si stima che il 30-50 % delle persone colpite abbia un precedente familiare diretto (genitore, fratello o sorella) affetto dallo stesso disturbo.
Non si tratta di una trasmissione mendeliana classica, ma probabilmente di un modello poligenico, con un’influenza sia genetica sia ambientale. L’espressione del disturbo può variare tra i membri della stessa famiglia: alcuni presenteranno iperidrosi ascellare, altri una forma palmare o cranio-facciale.
La componente ereditaria spiega perché l’iperidrosi possa comparire già in adolescenza o in giovane età adulta, in assenza di qualsiasi patologia organica. Tuttavia, avere un genitore affetto non comporta necessariamente lo sviluppo del disturbo. Fattori come l’ambiente emotivo, il livello di stress o il profilo ormonale possono altresì modulare la sua espressione clinica.
L’iperidrosi, sebbene invalidante, non è di per sé pericolosa per la salute generale. La sudorazione eccessiva non riflette un’attività eccessiva del cuore, dei reni o del metabolismo. Non provoca disidratazione cronica né squilibri elettrolitici, almeno nelle forme moderate.
Tuttavia, può comportare complicazioni dermatologiche :
Essa è inoltre responsabile di notevole disagio psicologico, causando ansia sociale, isolamento e talvolta un impatto professionale o affettivo importante. Per questo motivo, sebbene non sia una minaccia per la vita, l’iperidrosi merita una gestione medica attiva, anche solo per preservare l’autostima e la qualità della vita.
L’attività fisica stimola naturalmente la sudorazione per consentire la regolazione termica. Tuttavia, nei pazienti con iperidrosi, questa reazione può diventare sproporzionata e persino fastidiosa. Ciò non significa che l’attività fisica debba essere evitata, al contrario, una buona forma fisica aiuta a regolare la risposta nervosa autonoma e può persino migliorare la tolleranza emotiva al disturbo.
Dal punto di vista alimentare, alcuni cibi o sostanze stimolanti possono aumentare temporaneamente la sudorazione : spezie, caffè, tè, bevande contenenti caffeina, alcol, piatti molto caldi.
Nell’ambito di un’iperidrosi già presente, può essere opportuno evitare questi alimenti durante le fasi di riacutizzazione o prima di situazioni sociali delicate. Una dieta equilibrata e una corretta idratazione favoriscono una migliore adattabilità del sistema sudorale.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Romano Valeria
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