Home » Infografia » Qual è la differenza tra la valle delle lacrime e le occhiaie ?
Lo sguardo ha un ruolo centrale nell’espressività del volto. Con il tempo, diventa spesso una delle prime zone a rivelare segni di stanchezza o invecchiamento. In consultazione, i pazienti menzionano frequentemente le occhiaie e la valle delle lacrime. Sebbene questi due termini vengano spesso confusi, corrispondono a realtà anatomiche ed estetiche distinte.
Anche se possono comparire simultaneamente, le loro origini differiscono e coinvolgono meccanismi fisiopatologici specifici. Una valutazione morfologica accurata è quindi indispensabile per formulare una diagnosi precisa e orientare la scelta del trattamento più adatto.
È fondamentale stabilire questo diagnostico differenziale con rigore, al fine di proporre una gestione su misura, basata su un approccio coerente, personalizzato e scientificamente validato.
La valle delle lacrime corrisponde a una depressione lineare che si estende dalla parte inferiore e interna della palpebra inferiore verso lo zigomo, seguendo il percorso del legamento orbito-malare. Questo legamento profondo segna la transizione tra la palpebra inferiore e la guancia. Quando quest’area perde il suo sostegno strutturale, si forma un solco, spesso interpretato come segno di stanchezza o tristezza.
Diversi meccanismi possono essere coinvolti : riassorbimento osseo al livello del margine infraorbitario, atrofia del compartimento adiposo malare, lassità del legamento sospensore e alterazione delle strutture dermiche profonde (in particolare collagene ed elastina).
Il risultato è un’ombra marcata sotto l’occhio, non legata alla pigmentazione ma a una rottura della continuità tra la palpebra e la guancia.
Il cerchio scuro si manifesta con un’alterazione della colorazione sotto l’occhio, che può comparire indipendentemente da un solco. Se ne distinguono diversi tipi :
Il cerchio scuro può esistere senza la valle delle lacrime e viceversa. La loro coesistenza è comune, ma rimane essenziale distinguerli chiaramente, poiché i meccanismi sottostanti sono distinti e richiedono approcci terapeutici specifici.
La valle delle lacrime risulta da un processo di invecchiamento anatomico profondo, caratterizzato da una progressiva disorganizzazione delle strutture di sostegno del terzo medio del viso. Questo solco si forma quando il grasso malare scende verso il basso, i legamenti sospensori si retraggono, l’osso infraorbitario si riassorbe o, in alcuni soggetti giovani, in caso di ipoplasia dello zigomo. Non si tratta di un semplice difetto superficiale, ma di un vero problema di volumetria e struttura, che richiede un’analisi morfologica precisa per una gestione adeguata.
I cerchi scuri derivano da un insieme di meccanismi fisiopatologici ben identificati. Si distinguono principalmente tre tipi di cerchi : pigmentari, vascolari e strutturali. I cerchi pigmentari sono dovuti a un eccesso di melanina nell’epidermide o nel derma, frequentemente osservato nei fototipi scuri. I cerchi vascolari, invece, sono legati alla maggiore trasparenza della pelle perioculare — particolarmente sottile (in media 0,33 mm) — che lascia intravedere la rete venosa sottostante, spesso accentuata da stasi venosa. Infine, i cerchi hollow sono secondari all’atrofia del grasso sotto-orbitario o al riassorbimento del margine orbitario inferiore, processi fisiologici legati all’invecchiamento. Queste tre componenti possono coesistere e sono spesso influenzate da fattori aggravanti quali la mancanza di sonno, lo stress ossidativo, disturbi della circolazione o alcune patologie dermatologiche (dermatite atopica, eczema, ecc.). Una valutazione clinica precisa è indispensabile per adattare la strategia terapeutica.
È assolutamente possibile trattare contemporaneamente la valle delle lacrime e i cerchi scuri, a condizione di adottare un approccio ragionato, progressivo e adattato all’anatomia di ciascun paziente. Quando questi due problemi coesistono — cosa frequente nella pratica clinica — può essere preso in considerazione un protocollo combinato, rispettando rigorosamente le priorità anatomiche.
Il primo passo consiste nel correggere il solco sotto-orbitario quando è marcato. Il riempimento della valle delle lacrime con acido ialuronico spesso riduce da solo l’ombra, attenuando in modo significativo la percezione visiva del cerchio scuro.
Si consiglia poi un intervallo di due-quattro settimane per lasciare stabilizzare il prodotto e valutare con precisione il risultato. Se il solco persiste nonostante il ripristino del volume, può essere proposto un trattamento complementare. Questo potrebbe includere, ad esempio, un laser vascolare o pigmentario, un peeling mirato o cure mediche volte a migliorare la qualità della pelle e la microcircolazione locale.
Questo approccio progressivo, centrato sull’analisi delle reali cause del cerchio scuro e del solco, aiuta a evitare correzioni eccessive e garantisce un risultato armonioso, discreto e naturale.
Molti pazienti, talvolta per diversi anni, tentano di mascherare o correggere la valle delle lacrime utilizzando prodotti cosmetici da banco. Creme anti-cerchi, sieri drenanti, patch decongestionanti o trattamenti cosiddetti “illuminanti” vengono impiegati nella speranza di attenuare il solco visibile sotto l’occhio. Questo approccio, spesso guidato da promettenti strategie di marketing, rimane inefficace quando si tratta di un vero cedimento anatomico.
Contrariamente a una credenza diffusa, la valle delle lacrime non deriva da una semplice mancanza di idratazione o da un eccesso di pigmentazione superficiale. Si tratta di un fenomeno strutturale, legato alla perdita di sostegno dei tessuti profondi. Con il tempo — o talvolta in modo costituzionale nei pazienti giovani con tratti del viso delicati — si osserva un’atrofia dei compartimenti adiposi malari, un riassorbimento osseo al livello del margine infraorbitario, lassità dei legamenti e deterioramento della qualità della pelle. Queste modificazioni anatomiche creano un solco marcato tra la palpebra inferiore e la guancia, che i cosmetici, per definizione, non possono correggere. Nessun prodotto topico, per quanto sofisticato, può ripristinare il volume perso o ricreare l’architettura profonda del terzo medio del viso.
Certamente, alcuni prodotti cosmetici possono temporaneamente migliorare l’aspetto superficiale della pelle: contribuiscono a una migliore idratazione epidermica, stimolano leggermente la microcircolazione locale o attenuano i segni visibili di stanchezza dopo una notte breve. Ma questi effetti sono superficiali, transitori e senza reale impatto sulla struttura sottostante. Quando la valle delle lacrime è consolidata, solo un trattamento medico mirato può ottenere un risultato visibile e duraturo.
Il trattamento di riferimento rimane l’iniezione di acido ialuronico, specificamente formulato per ripristinare il volume in quest’area delicata. Se eseguita con precisione, questa procedura permette di lisciare la transizione tra la palpebra e lo zigomo, rispettando le proporzioni naturali del viso. In alcuni casi di solchi molto pronunciati può essere necessario associare altre tecniche, come la stimolazione collagene mediante biorevitalizzazione o il fotoringiovanimento.
È quindi essenziale, durante la consultazione, chiarire questi aspetti con il paziente. Molti pazienti arrivano con aspettative largamente influenzate dal marketing cosmetico, sperando che un semplice trattamento superficiale possa correggere un problema che in realtà riguarda strutture anatomiche profonde. Il ruolo del medico è duplice: smontare queste aspettative irrealistiche e proporre una strategia terapeutica personalizzata, basata su un’analisi dettagliata della morfologia, della qualità dei tessuti e della dinamica del viso. Solo un approccio medico rigoroso, rispettoso dell’anatomia di ciascun paziente, può ottenere un risultato naturale, armonioso e duraturo.
Alcune morfologie, alcuni fototipi e specifici background genetici predispongono maggiormente alla comparsa di cerchi scuri o della valle delle lacrime. Questa variabilità individuale giustifica un approccio personalizzato, che tenga conto non solo dell’anatomia, ma anche dei fattori etnici, costituzionali e comportamentali.
Profili a rischio per i cerchi scuri :
Profili a rischio per la valle delle lacrime :
Identificare questi profili a rischio ai primi segnali consente di instaurare una strategia di prevenzione adeguata e personalizzata. Permette inoltre di ottimizzare la gestione terapeutica, mirando con precisione alla causa del solco: volume, supporto osseo o qualità cutanea. Un approccio su misura, basato sull’analisi del paziente, è essenziale per ottenere un risultato naturale, armonioso e duraturo.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Romano Valeria
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